martedì 20 luglio 2010

An autumn dream.

In a dark evening sky
the biggest bright star
search like an eagle onto a mountain...


ottobre 1997

domenica 11 luglio 2010

Si spengono le luci, si accende il cielo...


Sono sicuo che non riuscirò a far capire bene quale sia stata la sensazione dell'esperienza che ho avuto qualche sera fa, alla fine di una partita con gli amici.

Quando torno a Bisceglie per l'estate, per me è un ritorno alle radici. Ritorno a vedere le cose che vedevo quindici anni fa, con i loro cambiamenti certo. Ma tante cose restano uguali. Per fortuna.

La partita a calcetto con gli amici di sempre, è una di quelle.
Una mia prestazione mediocre, ma si capisce non gioco da tanto e sono fuori allenamento. I consigli degli amici che giocano sempre, le pacche sulla spalla e le risate per qualche tiro svirgolato...
A fine partita, circa le 23.15, resta acceso un faro per permettere alle persone di tornare agli spogliatoi, ma io resto in campo ancora il tempo di fare un poco di stretching.
Mi sistemo vicino all'uscita. Mi siedo per terra, posiziono le gambe sulla rete che delimita il perimetro del campo, semidistese, la schiena per terra e il viso verso il faro. Comincio a respirare profondamente.
Per fare bene stretching, per far si che abbia l'effetto di rilassare e di rallentare le funzioni del corpo, bisogna concentrarsi sulle sensazioni che si percepiscono. In questo caso provenienti dalle gambe.
Tre respiri profondi di solito sono sufficienti per avvertire il rilassamento dei muscoli, quindi cambio posizione. Distendo ancora un poco le gambe, avvicinandomi ancora alla rete, fino a toccare con il sedere la rete stessa.
Altri tre respiri profondi. Altra posizione di rilassamento.
Piego le gambe e posiziono i piedi a contatto con la rete metallica, mentre le ginocchia sono verso il mio petto. Chiudo gli occhi per 2 respiri e cerco di concentrarmi sul bacino.
Comincio l'ultima inspirazione, apro gli occhi.
Avverto i muscoli che si rilassano.
L'inspirazione finisce.
La bianca luce accecante del faro si spegne sopra la mia testa.
Comincia l'espirazione.
Per un attimo, il tempo di mettere a fuoco, ho una sensazione di sbandamento, di giramento di testa.
L'attimo dopo, nel silenzio di un campo dove ho passato l'infanzia e l'adolescenza, mentre tutti sono a farsi la doccia, io resto solo con me stesso. Guardo meglio verso l'alto. In quell'attimo in cui il faro non illumina più la terra, si accendono le stelle.
Decine di puntini luminosi che poco per volta si moltiplicano. Centinaia di puntini luminosi che splendono nel cielo e mi regalano secondo dopo secondo la sensazione che stavo cercando. Quella che riusciamo ad avere quando ci connnettimao all'infinito. Quando ci accorgiamo di essere immensamente piccoli nell'universo.
Avete mai osservato il cielo di notte con le stelle che brillano?
Avete mai provato ad immaginare che quel nero e quel bianco in realtà non sono bidimensionali? Non sono oggetti posizionati li, ma semplicemente tutto ciò che ci circonda?

E' una delle sensazioni più belle che io ricordo di aver esperito. Così come la sensazione di solitudine e allo stesso tempo forza interiore che ho quando osservo un cielo nuvoloso al tramonto. Il grigio delle nuvole, che si fonde con l'azzurro del cielo, con il rosso del sole, sul blu del mare non ha prezzo. Ma questa è un'altra stoira..