mercoledì 31 agosto 2011

Aria

La sensazione di aria pulita ti lascia stordito. Quando vivi in una città in cui il tuo obiettivo è FARE qualcosa durante la giornata, non ci fai caso a quello che inspiri.
Te ne accorgi in un momento, quando ad esempio un odore riesce a penetrare le tue difese, ti distrai dalla vita quotidiana che ti tiene incollato al FARE. E improvvisamente ti accorgi che stai respirando aria pulita. Ti entra nei polmoni e ti sveglia. Come una secchiata di acqua fredda sul viso. Come una caramella alla menta che ti inibisce i recettori sulla lingua e senti il fresco. Come uno schiaffo. Ti sveglia.
E ti domandi: perché non posso SEMPRE respirare aria pulita?
Perché non mi è concesso questo dono? Perché devo conquistare la possibilità di avere aria pulita se è così naturale respirarla?

Svegliarsi un pomeriggio, mentre corri in compagnia e accorgerti di avere l'aria vicino a te. Questo è un sogno. Ma come tutti i sogni, è a tempo determinato, ci si sveglia. Non è per sempre. Niente è per sempre, niente.
Ma questa è un altra storia..

venerdì 5 agosto 2011

Tenacia, coraggio, volontà

Buon pomeriggio a tutti, benvenuti e grazie di essere qui, sono Fabio.
Per chi non mi vede da più di vent’anni, sono il figlio grande di Nicola.
E come molti sanno sono anche il “terzo figlio” di nonna Giovanna.

Alla luce di questa perdita, avvenuta in tre giorni assurdi, la sensazione che ora provo è difficile da spiegare a parole. Forse mi verrebbe meglio con la musica, uno dei pochi lussi che continuo a concedermi come sfogo per uscire da questa realtà: la vita.

Spesso mi sorprendo a chiedermi il perché delle cose più disparate, a partire dalle scelte delle persone, me compreso; passando per le domande su cosa sia giusto fare o non fare nelle diverse situazioni; per arrivare a temi esistenziali, proprio come la vita, O la morte.
Tutti voi che credete in Dio, negli Angeli, nei Vangeli e tante altre figure che io non conosco avete la vostra spiegazione, avete qualcosa in cui credere. E spesso vi invidio.

Quello in cui credo, che non ha un nome, o una figura, è l’umiltà, la generosità, la bontà, a voglia di sacrificio per inseguire un obiettivo, la caparbietà nel cercare di seguire degli ideali, che al giorno d’oggi sembrano sempre più scomparire dietro schermi luminosi e maschere indossate con tanta grazia da non farci sembrare nudi.

Ogni volta che in questi giorni ho pregato perché la nonna stesse bene, mi sono chiesto: cosa resterebbe di lei nella mia memoria quando mi lascerà? Cosa mi ha insegnato in questi anni, che io possa portare nel mio sacco in giro per questo viaggio?
Ora che il suo corpo non è più animato, mi accorgo che mi ha dato un ideale. Prima di ogni cosa, quando penso alla nonna, c’è l’attaccamento alla vita, la volontà forte, fortissima, che l’ha aiutata durante gli ultimi anni a tenere duro. Non a “tirare avanti” come lei diceva quando le chiedevo come stai, ma a vivere. Vivere…

Una volta ho chiesto a mia madre che cosa servisse vivere, se alla fine ci resta solo la morte. Da persona saggia qual è, anche se non lo da a vedere, mi ha risposto in un modo che mi ha lasciato sorpreso e del tutto spiazzato. “La vita, Fabio, si realizza nei figli”. E ha ragione. Nei figli diamo la nostra vita, noi stessi, e quello che loro daranno ai nostri nipoti: la vita appunto. E in effetti ammetto che ultimamente il pensiero di un cucciolo mi ha accarezzato qualche volta. Ma sono single e per ora rimarrà un fugace pensiero.
Dico queste cose perché tante volte ricordo che la nonna mi diceva che prima della sua morte avrebbe voluto vedermi laureato e sposato…
Per la prima parte mi bastavo e, infatti, l’obiettivo fu raggiunto, per la seconda le dicevo che era complicato perché non mi andava mai bene nessuna ragazza. E ogni volta mi rimproverava dicendo: “Possibile che con tutte le ragazze che alleni, che conosci, tutte le amiche che hai non te ne va bene una? Trovatela di Bisceglie così torni qui a vivere. L’importante è che sia una brava persona, educata, che voglia fare una famiglia e che sia migliore di te!” Questo migliore di te ancora non l’ho capito ma sono sicuro che anche a questa domanda mi verrà data risposta con il tempo.

Ci sono stati dei momenti bui anche per lei, perché ovviamente siamo umani e possiamo permetterci il lusso di essere deboli. Uno di questi, in cui io ho temuto per la sua salute, è stata la frattura del femore. In quei giorni in cui la vedevo triste, immobile, senza speranza, non mi sembrava più lei. Ma come mi aveva insegnato, sono stato caparbio e ho cercato in tutti i modi di dare a lei il coraggio e la volontà di andare avanti. Un passo per volta. Un centimetro alla volta. Un sorriso dopo l’altro. Tutte le volte che mi diceva che sarebbe morta e che avrebbe voluto dare ai suoi nipoti tutto quello che poteva, le dicevo che ci sarebbe stato tempo. Che non era ancora il momento. Perché se il suo obiettivo era quello di continuare a fare qualcosa per i sui nipoti, di certo non avrebbe potuto farlo in un letto. E così ha fatto. La sua volontà di vivere per poter dare a noi ha vinto e si è rialzata. E ha cominciato a passeggiare, a fare la spesa, a leggere sulla panchina, dare ordini, suonare al campanello il primo pomeriggio quando dormivamo, fare finta di non ascoltare, portare qualcosa quando era invitata a pranzo perché “stava male andare senza niente”, chiamare “Susy” … eccetera eccetera. In una parola Vivere.

Questo è la nonna Giovanna per me. Sacrificio, volontà e voglia di vivere.
Ringrazio mio padre per essere arrivato in tempo, sono sicuro che la nonna stesse aspettando questo momento per lasciarci.
E ringrazio zio Bartolo per aver dato tutto, anche le lacrime che io per primo non sono riuscito a versare in questi giorni.

Grazie.



Epitaffio

Ci hai insegnato la tenacia, il coraggio e la forza di andare avanti, passo dopo passo, un centimetro alla volta, un sorriso dopo l’altro.
Grazie per la tua voglia di vivere.


Questo è ciò che mi è venuto da dire durante la celebrazione asettica del funerale di mia nonna. Il prete che lei conosce aveva un incontro con un cardinale ed è stata celebrata da un prete vecchietto. Che cmq è molto meglio del prete cui avevamo inizialmente chiesto.
La descrizione du lunedi primo agosto lo lascio per un 'altra storia...