domenica 25 aprile 2010

Wish you were here

Quindi? Pensi di riuscire a distinguere
il Paradiso dall'Inferno?
i cieli azzurri dal dolore?
Puoi distinguere un campo verde
da una fredda rotaia d'acciaio?
Un sorriso vero da uno finto?
Pensi di poterli distinguere?

E ti hanno portato a barattare
i tuoi eroi con i fantasmi?
Calde ceneri con alberi?
Aria bollente con una fresca brezza?

Un confortevole calore con un cambiamento?
Hai scambiato un ruolo secondario in una guerra,
con il ruolo di protagonista in una gabbia...

Come vorrei, come vorrei che tu fossi qui.
Siamo soltanto due anime sole,
perse in una boccia per pesci.
E anno dopo anno
corriamo sugli stessi passi
e cosa abbiamo trovato?
le stesse paure di sempre.
vorrei tu fossi qui...




La traduzione è un po a senso...
quanto amo cantare sta canzone soprattutto mentre guido.
Ma questa è un'altra storia...

Bisceglie, spiaggia del manicomio, estate 2009


Una mattina come tante, in una spiaggia piena di gente, quando il sole fa sentire i suoi caldi raggi sulla pelle e nella testa delle persone che lo sfidano senza protezione.
La spiaggia di sassi, bianchi, che ampliano l'effetto accecante della luce del sole, caldi sotto i teli di alcuni amici che si incontrano dopo tutto l'inverno passato a studiare fuori città.
Le risate di chi scivola in acqua cercando di raggiungere una zona più profonda, una bambina che stenta a stare in posizione eretta, con il padre accanto che la sorregge, un gruppo di ragazzi che in acqua si lancia il pallone cercando di evitare la signora che prende il sole a ridosso del mare.
Il rumore della risacca, sui sassi, fa da sottofondo ritmico e costante a tutto.
Il sole che picchia forte e rende i suoni più pacati e morbidi. Le risate.
Un ragazzo si guarda intorno pensando a come rispondere alla domanda dell' amica e vede con la coda dell'occhio una signora che chiama la propria figlia che invece si stende sul telo con la schiena inarcata.
Ritorna a guardare gli occhi azzurri dell'amica, per darle la risposta che cercava, ma si rende conto che qualcosa non andava... C'era qualcosa nella scena appena vista che non poteva essere armonico... ma cosa...
E il ragazzo si rigira verso la madre della ragazza, che nel frattempo era carponi e urlava a squarciagola il nome della figlia, strattonandola e proferendo parole in un linguaggio gutturale e nordico, impossibile per lui da riconoscere.
"Luka!!!"
Erano le sole parole che riconosceva, il nome della figlia, che intanto tra le braccia della madre si trovava con il collo piegato innaturalmente all'indietro.
L'altra mano della madre si era precipitata nella cavità orale della figlia, cercando qualcosa, la lingua pensò il ragazzo... forse un attacco epilettico...
La situazione non cambiava, la gente comnciava a girarsi e a cercare di capire cosa stesse succedendo.
"AIUTO!! IL PIERCING!!!"
Il ragazzo allora si precipitò sul luogo con due grosse falcate, lasciando da parte la sensazione di dolore nel correre sulle pietre a piedi nudi e chiese alla madre della ragazza: "HA INGOIATO IL PIERCING?!?!?"
Ma la madre aveva tirato fuori la lingua della ragazza, rivelando che il piercing era al suo posto.
Arriva sul posto un signore di corporatura massiccia che scosta la madre e prende la ragazza per i piedi. La solleva, la scuote con forza. Il ragazzo si alza e ferma la violenza dell'uomo, rimettendo la ragazza per terra, sdraiata a pancia sotto. Con l'aiuto di un altra persona, la gira sul fianco e comincia a percuotere la zona tra le costole. Una, due, tre colpi, ma niente. Il viso della ragazza era diventato tutto rosso, paonazzo. Qualcosa ancora non andava.
Il massaggio cardiaco era una possibilità molto prossima e se nel corso dei prossimi tre colpi sulla schiena non fosse successo nulla, il ragazzo avrebbe chiesto aiuto a qualcuno per fare la respirazione e il massaggio.

Primo.

Secondo.

Terzo colpo.

Ma ancora niente.
Il ragazo comincia a girarla a pancia sopra.
"Giriamola per farle il massaggio"
"koff koff... koff"
Mai la tosse fu un segnale più piacevole per il ragazzo.
Un respiro profondo e rumoroso della ragazza precisò il momento in cui Luka era tornata a respirare. Dopo qualche secondo di completa apnea.
Ma la ragazza, appena ridestata, non capiva cosa stesse succedendo e cercò di alzarsi subito inpiedi, ricadendo quasi all'istante tra le braccia delle persone che erano sul luogo e la adagiavano per terra.
"Riesci a dire come ti chiami?" le chiese il ragazzo..
La madre che per qualche secondo aveva comunicato solo con le lacrime e con il silenzio, d'improvviso vedendo la situazione, esplose in un urlo liberatorio, abbracciando la figlia.
La situazione era finalmente tornata sotto controllo.
Portarono la ragazza all'ombra del muretto che divide la strada dalla spiaggia, fino all'arrivo dell'ambulanza. Il ragazzo non era un medico, ma pensava che la cosa migliiore da darle fosse della frutta, possibilmente fresca e piena d'acqua. Gli zuccheri della frutta sono di più rapida assimilazione rispetto allo zucchero bianco che prendiamo con il caffè. E disse alla madre di darle della frutta.
Ma si sa che in un paesotto, la maggior parte della gente si basa su conoscenze sentite e non studiate, si accontenta di una conoscenza sommaria, suerficiale, ed è per questo che una signora, pensando di far del bene, era già accorsa con il bicchiere di plastica pieno d'acqua e zucchero... quello che prendiamo nel caffè...

Il ragazzo tornò dalla propria amica, un pò toccata dall'accaduto, sorridendo e pensando a quanto fosse stato utile aver fatto un certo percorso di studi e a quanto avesse reagito bene a quella situazione di stress...
La ragazza fu portata in ospedale con l'ambulanza che arrivò circa 15 minuti dopo...

Mi stupisco sempre a ripensare all'accaduto, alla lucidità di quei 15-20 secondi in cui le mie mani e il mio cervello collaboravano alla perfezione.
E' vero che non sono una persona che si tira indietro davanti ai problemi, ma questo ragazzi...
Mai ho provato una scarica di adrenalina come in questa circostanza, neanche quando vinci una partita importante a pallavolo. Neanche quando baci una ragazza per la prima volta.
La vita ci sorprende, sempre. E dobbiamo farci trovare pronti!!! :)
E pensare che per rendere l'estate meno monotona volevo andare a fare il volo dell'angelo in basilicata...ma questa è un'altra storia...

martedì 6 aprile 2010

Equilibrio instabile

Ancora una volta, vengo a sapere una cosa che mi destabilizza.
Eppure dovrei essere allenato a questo.
Invece ogni volta perdo l'equilibrio e cerco di non cadere.
Normalmente penserei a una disfunzione che non mi consente adattamenti e correzioni in tempi adeguati, e con precisione. Ma può essere così anche per le emozioni?
Perchè continuo a perdere l'equilibrio per qeusta cosa?
Ci deve essere qualcosa! Un malfunzionamento, una disfunzione, un blocco...
Dove si trova? Perchè ogni volta che sento questa cosa mi viene il vomito?
Perchè?!?!?!?!?!
Mi sono stufato a dover ogni volta lavorare su di me, per riprendermi prima di cadere...

E poi questa cosa capita acneh al contrario!!!! Quando io do quella notizia a quella persona, anche a lei succede di stare male!!!!
Ma non va bene così!!!!!!!

UFFFFFFFFFF
Mah...

Vabbe... chissà... forse qualcuno che mi conosce meglio capirà l'argomento, o forse no... avevo bisogno di sfogarmi scrivendo, non potendo farlo suonando... ma questa è un'altra storia...