giovedì 23 dicembre 2010

Si, è solo il vento..

Tutto bene, è solo il vento.
Gli occhi sono gonifi di lacrime. Ma mento a me stesso prima che agli altri quando non voglio piangere. Per fortuna oggi c'è tanto vento fuori.
Quindi vado sul balcone.
Guardo la luna. E' bianca.
Il cielo, nero. Decorato con qualche nuvola illuminata dalla luna.
Guardo la terra, sotto di me e lontano, all'orizzonte.
Il vento mi riempio gli occhi, e piango.
Ma non sto piangendo... è solo il vento..

domenica 19 dicembre 2010

Inumana malattia.

Una pugnalata la senti.
Se poi viene dalla punta di una lama appena poggiata che penetra, squarciando, la pelle, entrando nella carne, dilaniandone i muscoli e i tendini, fin dentro gli organi, lentamente, ne senti il peso.
Senti il gelo.
Senti le tue energie che ti abbandonano.
Senti che la tua anima esce insieme con il sangue che comincia a bagnare il resto del corpo.

Perdere una persona che ami deve fare ancora più male.
Perdere qualcuno che ti è stato accanto nella crescita, che ti ha sostenuto, che ti ha seguito, che ti ha insegnato a camminare e a parlare. Qualcuno che ha sempre cercato di proteggerti. Qualcuno con cui sei diventato grande, con cui hai costruito un futuro... un futuro... che è finito... perchè siamo umani.

Siamo umani e sentiamo dolore.
Siamo umani e ci ammaliamo.
Siamo umani e non accettiamo di sentire dolore o ammalarci...
E così cerchiamo di stare meglio, di lottare con le nostre forze, con i farmaci se serve. Con le cure, spendendo soldi, energia, a volte affetti, per cercare un rimedio, una speranza soltanto che possiamo stare meglio.
E non parlo del mal di testa. Parlo del fatto che quando una persona ci lascia per una malattia, è facile dire che ha smesso di soffrire. E' un modo per sopperire alla perdita, un modo per restare attaccati al concetto "umano" di vita, e non sofferenza.
Non ci posso fare niente per il fatto che la persona sia andata via per sempre, è vero. Posso anche ammettere che abbia smesso di soffrire. Ma devo chiedermi se quando era in vita ho fatto tutto il possibile per far sentire viva quella persona.
Ovviamente mentre viviamo la nostra vita di tutti i giorni, non pensiamo mai al fatto che ogni istante potrebbe essere l'ultimo in cui vediamo gli altri. Non ci pensiamo perchè siamo presi dalla nostra vita. E così anche quando vogliamo ringraziare una persona, o anche quando vogliamo discutere con una persona, o anche quando vogliamo baciare, abbracciare, gioire, con una persona, spesso ci diciamo che c'è tempo.
Ma che significa: c'è tempo!?
Quando? Dopo? Dopo cosa?
Abbiamo paura forse di vivere il presente? Abbiamo paura di vivere delle emozioni? E se poi non puoi viverle mai più?

Domande per rispondere a domande, senza risposta... bugie indossate con tanta grazia, da non farci sembrare nudi...

Tutto questo, alla luce di una notizia. Oggi è morta una persona che è stata cara per la mia crescita. Una donna che per tanto tempo avevo perso di vista. Quando ero piccolo, con mia madre uscivamo spesso con lei e la sua famiglia. Io ero molto legato al figlio, mio fratello alla figlia. Quante sere passate a casa loro... quanti momenti passati a vedere Indiana Jones con Gianluigi. O a giocare con le micromachines, o la lego, o le biglie. E quante cene a quel tavolo. Quante volte in campeggio?
Tutte quelle volte non ho mai ringraziato. Ero piccolo. E' vero.
Pochi giorni fa ho avuto la notizia che Mariella stava di nuovo peggiorando. E mia madre, mi ha chiesto se volessi passare a slautarla. Il mio pensiero non è andato indietro nel tempo come sto facendo ora. Ho pensato che non volevo vederla a letto, sofferente per la malattia, perchè il ricordo che avevo di lei, non corrispondeva al presente. Una donna forte, decisamente forte. Ostinata, caparbia, che fino all'ultimo ha lottato contro la malattia. Per un periodo sembrava avesse vinto, ma poi la ricaduta. E questa volta non ha retto.
E io non l'ho salutata quando ne avevo la possibilità.

Andrea, un mio amico, ha una frase molto bella scritta sulla sua pagina su internet:
Quando esiti domandati sempe: "Cosa farei se non avessi paura?" Ricorda, il coraggio non è la mancanza di paura, piuttosto la consapevolezza che qualcosa sia più importante della paura stessa ..

E allora mi chiedo... ancora una volta... cosa sia per me importante? Perchè non ho valutato così importante come invece mi sembra ora, rivedere una persona che mi ha dato tanto, in un momento in cui era debole?
Mi sto odiando per questo. E sicuramete deve essere il prossimo passo...se voglio continuare a crescere.

Mi dispiace tanto... tanto, davvero tanto.
Non so che valenza abbiano queste parole, che forse non leggerà mai nessuno. E forse neanche io le leggerò più. Cosi come faccio le condoglianze, in realtà mi sento partecipe di questo lutto...
Ecco... un'altra storia...

sabato 11 dicembre 2010

La storia "in"finita


E' incredibile.
Quando ero piccolo e guardavo il film "La storia infinta", ero preso dalle immagini, dalle emozioni, dai colori che quella pellicola mi procurava. L'ho rivisto tante volte, ma solo adesso ho capito una cosa incredibile. Anzi, più di una..
Poi crescendo ho cominciato a leggerne il libro da cui è tratto il film, ma si sa che a dieci anni è difficile leggere un libro alto quanto una mano e quindi l'ho abbandonato dopo un po'.
L'ho riletto qualche anno fa. Tutto ovviamente.
E ho scoperto intanto che il film parla di un terzo del libro. Mentre appunto il primo della trilogia è abbastanza simile alla storia impaginata, il secondo e terzo episodio hanno dei riferimenti ma sono anche abbastanza lontani dal racconto di Michael Ende.
Comunque..
Letto il libro, rivisto il film, ho notato quante cose del film, ma anche del libro, sono simili a me.
Non credevo fosse possibile, ma in effetti è stato uno dei miei film preferiti. Fantasia, creature mitologiche, avventure, passione. Draghi, "indiani", principesse, lupi, streghe, IL NULLA, sono tutti soggetti che mi porto dietro da quando i miei occhi sono stati rapiti dalla pellicola.
Mentre vedevo il film sono ritornato bambino, e vivevo con Bastian -nel libro Bastiano Baldassarre Bucci mi sembra- tutte le sue immagini e tutti i suoi dubbi e tutto il suo scetticismo sull'impossibilità che un libro avesse un tale potere.
Ma è vero! Un libro, una storia, ha tale potere! E quando lo scopri, inizi a vedere i libri come tesori. Non so se è capitato a tante altre persone, auguro che capiti a tutti perchè è una sensazione meravilgiosa. Tra l'altro è capitato proprio a ridosso del mio compleanno. Il ventinovesimo. E che c'entra? In realtà è un'altra storia, ma spenderò del tempo per raccontarla sta volta.
Giorno del mio compleanno: 21-11-2010, facevo 29 anni.
Nei giorni prima ho pensato (come fanno tutti forse) a cosa ho fatto in questi anni, in particolare da quando sono a Roma. Ho tratto un po di somme e fatto tanti pensieri, fino a farmi venire il mal di testa.
Non ho scritto un libro, non che sia una priorità, intendiamoci, ma boh? Forse uno prima dei trent'anni dovrebbe scrivere qualcosa, almeno per dimostrare a sè stesso che ha delle "storie" da raccontare.
Ho un lavoro che non mi porta da nessuna parte, molti non lavorano è vero. Ma che senso ha lavorare al Cus, in questo modo? Che "storia" è questa? Posso raccontare di amicizie, si. Di esperienze lavorative. Ma tra 5 anni che starò facendo? Ancora li? mah... non credo proprio...
Esperienze sentimentali? Piccole cose belle, molto belle. "Storie" lunghe o brevi, che apprezzo sempre. Ogni momento che ho avuto con ogni persona che ho conosciuto. Ho avuto così tanto e mi sembra sempre di aver dato così poco.
Studio? Studio, si. Ancora. E ancora, e ancora. Perchè amo studiare certe cose. Anatomia per esempio, e quante volte chiedo alle persone di fare da cavia per i miei studi di anatomia...
e anche qui avrei storie da raccontare, di studi e di nottate, e di mattinate, e di Ophelia Wilsson... :)
E poi che altro c'è nelal mia vita?
Amici? Loro, quelli che reputo amici, i pochi sono belle storie. Gli altri sono storie che no ho il tempo di ascoltare o leggere. Le storie dei miei amici parlano di viaggi, di giochi, di vittorie e di sconfitte, di donne, di uomini, di animali, di scommesse, di libri, di studi. E altre cose che non posso ricordare... Tante storie. Infinite storie, infinite. Anzi... Infinite storie infinite.
E poi qualcuna di queste storie sembra che si ripetano nel tempo, in una sorta di ruota. Gira e vedi delle immagini, continua a girare e le imamgini scorrono e poi improvvisamente vedi cose già viste. E mi piacciono, mi rassicurano. Mi cullano. Come un lullaby (in questo momento non mi viene i nmente come si dice in italiano).
Storie infinite... che fanno crescere, e da un giorno all'altro ti senti diverso, cambiato, crescuito, ma come sempre un cretino a cui piace passare le notti con un amico davanti allo schermom della tv, solo per giocare con l'xbox, per sfogare qualcosa che fa male. O il cretino che prende la chitarra per provare a fare Breath dei Pearl Jam, e poi si accorge di non avere piu le unghie per suonare come si deve... o il cretino che cucina qualcosa e poi fa schifo e va buttata...
Storie, infinite, di quando conosci delle persone e dal primo momento che le guardi negli occhi, capisci che le due anime sono in accordo. Di quinta. Maggiore.
Ma questa, è un'altra storia...(cit. "La storia infinita", Michael Ende)