domenica 19 dicembre 2010

Inumana malattia.

Una pugnalata la senti.
Se poi viene dalla punta di una lama appena poggiata che penetra, squarciando, la pelle, entrando nella carne, dilaniandone i muscoli e i tendini, fin dentro gli organi, lentamente, ne senti il peso.
Senti il gelo.
Senti le tue energie che ti abbandonano.
Senti che la tua anima esce insieme con il sangue che comincia a bagnare il resto del corpo.

Perdere una persona che ami deve fare ancora più male.
Perdere qualcuno che ti è stato accanto nella crescita, che ti ha sostenuto, che ti ha seguito, che ti ha insegnato a camminare e a parlare. Qualcuno che ha sempre cercato di proteggerti. Qualcuno con cui sei diventato grande, con cui hai costruito un futuro... un futuro... che è finito... perchè siamo umani.

Siamo umani e sentiamo dolore.
Siamo umani e ci ammaliamo.
Siamo umani e non accettiamo di sentire dolore o ammalarci...
E così cerchiamo di stare meglio, di lottare con le nostre forze, con i farmaci se serve. Con le cure, spendendo soldi, energia, a volte affetti, per cercare un rimedio, una speranza soltanto che possiamo stare meglio.
E non parlo del mal di testa. Parlo del fatto che quando una persona ci lascia per una malattia, è facile dire che ha smesso di soffrire. E' un modo per sopperire alla perdita, un modo per restare attaccati al concetto "umano" di vita, e non sofferenza.
Non ci posso fare niente per il fatto che la persona sia andata via per sempre, è vero. Posso anche ammettere che abbia smesso di soffrire. Ma devo chiedermi se quando era in vita ho fatto tutto il possibile per far sentire viva quella persona.
Ovviamente mentre viviamo la nostra vita di tutti i giorni, non pensiamo mai al fatto che ogni istante potrebbe essere l'ultimo in cui vediamo gli altri. Non ci pensiamo perchè siamo presi dalla nostra vita. E così anche quando vogliamo ringraziare una persona, o anche quando vogliamo discutere con una persona, o anche quando vogliamo baciare, abbracciare, gioire, con una persona, spesso ci diciamo che c'è tempo.
Ma che significa: c'è tempo!?
Quando? Dopo? Dopo cosa?
Abbiamo paura forse di vivere il presente? Abbiamo paura di vivere delle emozioni? E se poi non puoi viverle mai più?

Domande per rispondere a domande, senza risposta... bugie indossate con tanta grazia, da non farci sembrare nudi...

Tutto questo, alla luce di una notizia. Oggi è morta una persona che è stata cara per la mia crescita. Una donna che per tanto tempo avevo perso di vista. Quando ero piccolo, con mia madre uscivamo spesso con lei e la sua famiglia. Io ero molto legato al figlio, mio fratello alla figlia. Quante sere passate a casa loro... quanti momenti passati a vedere Indiana Jones con Gianluigi. O a giocare con le micromachines, o la lego, o le biglie. E quante cene a quel tavolo. Quante volte in campeggio?
Tutte quelle volte non ho mai ringraziato. Ero piccolo. E' vero.
Pochi giorni fa ho avuto la notizia che Mariella stava di nuovo peggiorando. E mia madre, mi ha chiesto se volessi passare a slautarla. Il mio pensiero non è andato indietro nel tempo come sto facendo ora. Ho pensato che non volevo vederla a letto, sofferente per la malattia, perchè il ricordo che avevo di lei, non corrispondeva al presente. Una donna forte, decisamente forte. Ostinata, caparbia, che fino all'ultimo ha lottato contro la malattia. Per un periodo sembrava avesse vinto, ma poi la ricaduta. E questa volta non ha retto.
E io non l'ho salutata quando ne avevo la possibilità.

Andrea, un mio amico, ha una frase molto bella scritta sulla sua pagina su internet:
Quando esiti domandati sempe: "Cosa farei se non avessi paura?" Ricorda, il coraggio non è la mancanza di paura, piuttosto la consapevolezza che qualcosa sia più importante della paura stessa ..

E allora mi chiedo... ancora una volta... cosa sia per me importante? Perchè non ho valutato così importante come invece mi sembra ora, rivedere una persona che mi ha dato tanto, in un momento in cui era debole?
Mi sto odiando per questo. E sicuramete deve essere il prossimo passo...se voglio continuare a crescere.

Mi dispiace tanto... tanto, davvero tanto.
Non so che valenza abbiano queste parole, che forse non leggerà mai nessuno. E forse neanche io le leggerò più. Cosi come faccio le condoglianze, in realtà mi sento partecipe di questo lutto...
Ecco... un'altra storia...

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