venerdì 5 febbraio 2010

L'MRP, questo sconosciuto...

Sulla mia scrivania, ormai da qualche giorno, è presente un mio nuovo compagno di studi, Amleto Wilson. Per intenderci è un cranio in resina, ma mi guarda anche ora mentre scrivo, forse sa che sto parlando di lui. E' un ottimo compagno di studi, perchè riesco a vedere tutto ciò che gli passa per la testa e riesco quindi a capire meglio alcune cose che non mi erano del tutto chiare in passato.
E' un bene che sia diventato mio amico proprio in questo periodo perchè all'ultimo seminario del corso di Osteopatia, con la CSOT srl, sento di aver fatto dei passi avanti molto importanti, sulla capacità di "ascoltare" i tessuti.
Oltre ad aver potuto praticare il metodo funzionale di anamnesi, sono riuscito a sentire per la prima volta in maniera netta il Movimento Respiratorio Primario, questa onda che ci percorre da prima della nascita a (così dicono) anche 20 minuti dopo la nostra morte. Ed è stata una delle sensazioni più belle, profonde, nette e incredibilmente vere che abbia mai avuto. Ricordo che al primo anno i professori ci dicevano di avere pazienza, perchè la sensibilità sulle dita si affinerà con il tempo. E in quell'anno puoi solo fare una cosa: crederci. Poi impari a capire le linee di forza dei muscoli, come funzionano le articolazioni, a cosa servono le ossa, come sono collegate tra loro le strutture, come funzionano e un poco per volta la nebbia del primo anno comincia a diradare. E cominci a vedere. Al di là della nebbia, però non c'è la casetta sicura che ti aspetti, ma una strada, buia, sconnessa, da percorrere solo se si ha la costanza e la pazienza di fare piccoli passi. E l'ho voluta prendere, finalmente. Sono stato ripagato con questa sensazione meravigliosa, un dono di benvenuto forse, che auguro a tutti di poter sentire almeno una volta nella propria vita. Non sono pazzo e neanche uno stregone.
Vi racconto come è andata.
Ero con le mani sotto il cranio di un collega, il professore parlava e cercava di farci entrare nel ruolo aattraverso una serie di sugerimenti, tra i quali ho sentito le parole: "bolla" e "mettetevi in ascolto". Cosa ho fatto... mi sono immaginato il corpo del mio compagno racchiuso in una bolla di sapone come quelle di Dumbo diciamo, il cui diametro era dai piedi alla base del collo. Dalla bolla uscivano quindi il collo e la testa. Mentre pensavo a quanto fosse buffo raccontare una cosa del genere, le mie mani hanno avvertito la sensazione di una aspirazione, un qualcosa che cercava di portare li mie dita più in basso verso la base del cranio. Poi d'improvviso si è fermato ed è cominciata una fase opposta in cui le mani sembravano dover allontanarsi. Pochi secondi e ancora il risucchio, come la risacca del mare. E infatti la prima cosa che ho pensato è stata la spiaggia dove da piccolo facevo il bagno, piena di sassi e scogli, e il rumore del mare che saliva a riva e ritornava con quel suono tipico di risacca in cui i ciottoli vengono portati verso le profondità.
Poi nulla. Ma sapevo di aver sentito il MRP. Ci sono riuscito solo un altra volta dopo di questa, ma ancora per pochi secondi. Per ora mi basta, la strada è lunga e non si può farla tutta di un salto. Un passo alla volta, con pazienza e costanza, come quando da piccolo passeggiavo con i miei genitori per i prati in montagna... ma questa è un'altra storia...

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